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L’Angel Food Cake è – secondo me – il seguito naturale della Bavarese ai Tre Cioccolati. D’altronde come esimersi dal preparare questo dolce dopo aver avanzato tanti albumi? Non c’è modo di sfuggire a tale soave bontà! Se consideriamo poi che si tratta di una torta davvero light – in quanto del tutto priva di grassi – allora scopriamo che il contenitore degli albumi abbandonato in frigo ha un’attrattiva del tutto nuova. Come la Chiffon Cake, anche l’Angel Food Cake ha una storia affascinante e particolare da raccontare, quel genere di storia che ci fa sognare ad occhi aperti e tornare indietro nel tempo. Ci sono differenti versioni sull’origine dell’Angel Food Cake, una delle più accreditate fa risalire la sua nascita nel sud-est della Pennsylvania, dove nel 1800 si producevano grandi quantità di stampi per dolci. Evan Jones nel suo “American Food: The gastronomic story” teorizza che questa torta sia il risultato degli sforzi di parsimoniosi cuochi del posto che cercarono di riciclare numerosi bianchi d’uovo avanzati dalla preparazione delle tagliatelle. La storia riferisce che i primi a preparare l’Angel Food Cake furono probabilmente gli schiavi afro-americani, poiché erano necessarie braccia forti e resistenti per montare a neve ferma gli albumi. Degli studiosi di storia Americana ritengono che il frullino manuale “Dover” – che compare nel catalogo di Sears nel 1897 – sia stato appositamente inventato per risolvere il problema della lunga montatura degli albumi che è il fattore caratterizzante di questa torta ed insieme la fase più laboriosa. Il primo libro a riportare una ricetta molto simile a quella dell’Angel Food Cake fu pubblicato nel 1871: si trattava del Mrs. Porters’s New Southern Cookery Book, dove scopriamo la “Snow-Drift Cake”. Dieci anni dopo uscì “What Mrs. Fisher Knows about Old Southern Cooking: Soups, Pickles, Preserves, Etc… “, dove troviamo la “Silver Cake”, un dolce assolutamente analogo all’Angel Food Cake. Nel 1896 infine, troviamo la versione aggiornata del “Boston Cooking School Cook Book”, dove è illustrata la ricetta chiamata precisamente “Angel Food Cake”. Un’ultima curiosità: il dolce è talmente leggero e delicato che – proprio per queste sue caratteristiche – è stato chiamato “cibo degli angeli”.
Vediamo ora la ricetta che Luca Montersino ci ha donato per poter preparare da noi questa torta così leggera da poter essere mangiata “senza rimorsi”…
Ingredienti:
360 gr di albumi
350 gr di zucchero
150 gr di farina
5 gr di cremor tartaro
La scorza grattugiata di un limone
12 gr di Amaretto (io ho usato il mio Limoncello)
I semi di una bacca di vaniglia
2 gr di sale
Zucchero a velo per spolverare
Iniziamo montando a temperatura ambiente gli albumi con 200 gr di zucchero. In una ciotola setacciare la farina, lo zucchero restante, il cremor tartaro, la bacca di vaniglia e il sale.
Unire a poco a poco gli ingredienti secchi al composto di albume e zucchero mescolando dal basso verso l’alto per non smontare l’amalgama. Una volta ottenuto un impasto omogeneo aggiungere il liquore e mescolare delicatamente.
Inserire l’impasto all’interno di un sac à poche e distribuire uniformemente nello stampo (questo per evitare che restino spazi vuoti che causerebbero “buchi” cuocendo in forno).
Livellare con una spatolina – evitando di sbattere l’impasto – e cuocere a 170° per 35-40 minuti (fare sempre la prova stecchino). Lasciare intiepidire a testa in giù (nel caso di un semplice stampo a ciambella è possibile utilizzare il collo di una bottiglia per “appendere” a raffreddare il dolce). Sformare delicatamente con l’aiuto di una spatola o di un coltello.
La torta si accompagna bene con creme e ganache o, per restare su qualcosa di fresco e light, possiamo accostare una mousse allo yogurt e frutti di bosco.